È una questione di fiducia.
“Credo in me, nella vita e in chi scelgo”
Orfeo era abilissimo nel suonare la lira e ne era consapevole. Sapeva di essere bravo. Ma poi il dubbio lo fece fallire.
Orfeo era un giovane musicista, apprezzato da ogni creatura. Si innamorò, ricambiato della ninfa Euridice. I due giovanissimi, felici innamorati, si sposarono ma ben presto Euridice morì, morsa da un serpente.
Orfeo non si dava pace per la perdita dell’amata. Il dolore lo fece impazzire. Decise quindi di rivolgersi ad Ade e Proserpina, i signori dell’oltretomba per riprendersi la sua sposa.
Per poterli raggiungere, Orfeo dovette superare varie prove, riuscendovi grazie alle sue doti di musicista. Fu in grado, tra l’altro ad ammansire Cerbero con la sua musica, consapevole della forza e della portata del suo grande talento , che incantava chiunque, mortale, animale, dio o dea.
Orfeo infine giunse al cospetto degli dei degli inferi e Persefone, intenerita dall’amore del giovane, permise all’innamorato di poter riavere l’amata ad una condizione. Orfeo avrebbe potuto voltarsi per guardare Euridice soltanto fuori dagli Inferi. Ad accompagnarli c’era Ermes, il messaggero degli dei, che doveva assicurarsi che il patto venisse rispettato.. Nel viaggio verso il mondo dei vivi, fu però colto da un senso di sfiducia nei confronti di Ade: l’ombra che lo seguiva, poteva non essere la sua sposa. In preda al dubbio, Orfeo ruppe l’unica condizione da rispettare e vide Euridice scomparire per sempre.
Orfeo non si fidava di Ade o in realtà non si fidava di se stesso?
In più di un’occasione, consapevole del suo talento di musicista, aveva dimostrato a se stesso di essere in grado di superare prove e ostacoli. Aveva convinto il traghettatore, addormentato Cerbero grazia alla sua musica, ma qui Orfeo non poteva fare appello ai suoi virtuosismi musicali. Poteva solo credere, poteva solo avere fede.
E quella fede, nonostante fosse un dio, non poteva essere Ade a trasferirla.
Quando si dubita di se stessi, si dubita anche degli altri.
Siamo di fronte ad una scarsa autostima a livello personale. Si manifesta attraverso una sensazione di incertezza, come in Orfeo e trae origine dalle esperienze vissute, che col passare del tempo diventano sempre più invalidanti. Non si nasce insicuri, ci si diventa. Il germoglio nasce in famiglia; una madre iperprotettiva trasmette questo messaggio, non mi fido di te, non mi fido della vita.
Il dubbio si rivolge verso una persona, mi potrò fidare?...verso un progetto, …andrà a buon fine? verso se stesso … ci riuscirò, ne sarò capace? E per sanare questo dilemma amletico, si va alla ricerca di conferme fuori dalle proprie percezioni, che dicano fidati, l’impresa avrà successo, sei capace di fare tutto quello che vuoi.
Per un po’, le rassicurazione ottenute funzionano, ci si stente sollevati e potenti. Ma è solo una tregua.
Perchè, al livello successivo della situazione che si sta vivendo, il dubbio riassale di nuovo, sempre più carico di pensieri auto sabotanti.(Cfr il mio articolo a riguardo). E si sta male, davvero tanto. A questa sofferenza personale si unisce la sofferenza di chi è coinvolto nel contesto, ignaro a volte, esasperato altre di dover dare sempre rassicurazioni e spiegazioni. Perché non può essere questa persona o altre ancora a dare ciò che non avete, ne potete pretenderlo.
Questo processo spetta a voi.
Ecco il bivio: o si agonizza in una spirale di dubbi sempre in crescendo, oppure si sceglie di fare un viaggio verso l’anima, ponendosi domande consapevoli e evolutive.
Restate in ascolto quando provate dei dubbi, percepite le sensazioni del corpo. Come vi sentite, cosa provate? Vi piacete? E come vi vedono gli altri? Soprattutto, il dubbio corrisponde a una realtà oggettiva? Oppure si aggancia ad un vissuto? Ad esperienza che richiama la presente, la quale al contrario, rischia di essere invalidata seriamente? Quanto conta questa situazione, che valore ha, sapendo che un comportamento dubbioso può avvelenarla definitivamente? Ne vale la pena?
La fiducia non la può infondere nessuno, neanche un Dio. Il caso di Orfeo è la prova provata.
La fiducia, il credere a una persona, a un progetto, ad una relazione, è personale.
E’ un atto di fede verso se stessi. Credere in sè, nelle proprie scelte, nei propri sentimenti, perché lo specchio rimanda l’immagine di “un essere unico e speciale”.
Non riuscite da soli? Gli strumenti ci sono, fatevi aiutare !
E’ l’unico modo per essere invincibili.